domenica 3 febbraio 2013

Gabriella Monaco e la psicosetta - 4

Gli abusi sui seguaci (prima parte) 

Nei tre post precedenti abbiamo potuto verificare come le accuse che la "Referente Comitato Vittime delle Psico-sette" rivolge ad Arkeon siano tutte infondate.

Fortunatamente le disavventure narrate da Gabriella Monaco finiscono qua, tuttavia per una migliore comprensione dell'intera vicenda, è utile conoscere altri aspetti della sua testimonianza, che evidenziano come fosse sufficiente qualche superficiale verifica preliminare per rendersi conto del credito da dare alle sue lamentele. Un riscontro che il CeSAP avrebbe dovuto fare prima di crocefiggere come setta un'organizzazione che setta non era; prima di innalzare la Monaco a emblema della sua lotta contro le "psicosette"; e prima di portarla in Senato a testimoniare l'inesistente. Vediamo ora qualcuno di questi aspetti.

Per delineare la malvagità dell'associazione, e mostrare quanto la manipolazione mentale praticata dalla "setta" fosse straordinariamente efficace, in tribunale la Monaco racconta:
"questa M. G. è stata indotta, da quello che mi ha raccontato lei, ad abortire perché il suo uomo [...] doveva essere accoppiato con un’altra donna [...] Quindi lei, che era incinta di quest’uomo, l’hanno fatta abortire, perché nel frattempo avevano deciso che doveva stare con l'altra"
Dal suo punto di vista, questo episodio offre due vantaggi: demonizza la "setta" e in più evidenzia che il sopruso da lei subito ("Mio marito mi ha lasciato perché gliel’ha detto un guru", "perché dovevano accoppiarlo con una persona del gruppo") era un'angheria abitualmente inferta agli "adepti".

Al fatto che la Monaco sia stata mollata dal marito per colpa di un "guru" è stato dedicato un intero post. Su questa crudele costrizione ad abortire sarà invece sufficiente ascoltare cosa dichiara in tribunale M. G., la diretta interessata, che la stessa Monaco [1] ha indicato alla Digos come testimone:
Domanda: Senta, lei abortì?
M. G.: Sì.
Domanda: Lo decise lei o lo decise il signor C. [il suo partner - ndr] o lo decideste insieme?
M. G.: Allora, è stata una decisione presa a malincuore, però questo figlio non era voluto dal signor C. [...] e quindi ho preso poi questa decisione.
Per la Tinelli era una verifica semplice da fare e soprattutto doverosa, dato che era in contatto con la signora G.

Un'altra invenzione della Monaco riguarda I. G. La si legge nella testimonianza che la Monaco scrisse per il dossier consegnato da Lorita Tinelli alla Procura di Bari:
"Ad I., in stanza con me nel seminario, dissero che c'era un'energia sessuale tra lei e il padre, e che lei avrebbe dovuto fare un esercizio: durante un rapporto sessuale con il suo ragazzo, al momento culminante avrebbe dovuto immaginare il viso del padre e concentrarsi sulle sensazioni che ne derivavano. Un suggerimento agghiacciante."
Chiamata in aula a testimoniare (sempre su indicazione Monaco/Tinelli), a I. G. viene chiesto:
Domanda: Senta, le è stato proposto dal maestro qualche esercizio da fare durante l'atto sessuale con il suo ragazzo, per liberarsi dell'idea di suo padre?
I. G.: No.
Si è dovuti arrivare al processo perché qualcuno verificasse le eclatanti affermazioni della Monaco che Lorita Tinelli ha poi ripetuto ai media.

Vediamo ora alcune affermazioni della Monaco sull'ex marito e confrontiamole con la risposte date in tribunale da quest'ultimo. Prima però è opportuna una precisazione.

Per gli anti-sette l'ex marito della Monaco è l'adepto di una setta e conseguentemente un plagiato da non ascoltare neppure (così come Gabriella Monaco è l'indiscussa vittima di un "cancro sociale" e quindi attendibile per definizione). Smentendo le associazioni antisette del "Forum" però, il tribunale ha sentenziato che l'ex marito era invece un normale partecipante a dei seminari, perché l'associazione è stata assolta con formula piena dall'accusa di praticare la "manipolazione mentale" [2]. Si tratta quindi di un testimone la cui credibilità - al contrario della Monaco - non è messa in discussione da alcunché. È inoltre un testimone che - sempre al contrario della Monaco - dà risposte pienamente plausibili.
Monaco 1:
Mi ricordo che lui nel periodo estivo mi ha detto: “Ho conosciuto una persona [il "guru" - ndr] che fa dei corsi così, vorrei andare a lavorare con lui”.
(Secondo la Monaco questo episodio dimostra che la "setta" stava manipolando suo marito - inducendolo a lasciare un lavoro sicuro - al fine di vincolarlo al gruppo. In seguito la Monaco precisa il periodo, "Maggio - Giugno", quindi ben prima di ottobre quando il marito partecipò al primo seminario in Arkeon. Ne risulta che il "plagio" sarebbe avvenuto ancor prima di iniziare i seminari "plagianti", semplicemente conversando - una volta e per telefono - con un esponente del gruppo.)

Marito:
Domanda: Quando tornò a casa dal suo primo seminario, disse alla sua ex moglie che voleva lasciare il suo lavoro per andare a lavorare con il Signor M.?
Marito: Assolutamente no.
Domanda: È sicuro di questo?
Marito: Certo!

Monaco 2:
Lui pretese di dire a mia madre che doveva curare mio padre, malato terminale di cancro, con il reiki. Non solo, lui disse che mia madre in realtà desiderava la morte di mio padre. A mia madre lui disse questo, e fece il trattamento ai medicinali per togliere gli effetti collaterali. [...] lui proprio ha preteso di aver, per imposizione delle mani, tolto gli effetti collaterali dei farmaci, ai farmaci che mio padre stava prendendo in quel momento, semplicemente tenendoli tra le mani
(Il marito avrebbe fatto queste affermazioni nel dicembre 2002, dopo aver partecipato ad appena un paio di incontri con Arkeon, esattamente il numero di seminari fatti dalla Monaco, che secondo lei stessa non sono sufficiente a "plagiare" un adepto [3].)

Marito:
Domanda: Lei ricorda di aver detto alla sua ex suocera, cioè alla mamma della Signora Monaco, di non curare suo marito, ma di usare solo il Reiki?
Marito: Non ho mai detto una cosa del genere.
Domanda: Sicuro?
Marito: Sono certissimo.

Monaco 3
Domanda: Ha poi avuto occasione di avere un chiarimento con suo marito?
Monaco: No. Subito dopo il seminario, il maestro ci ha rimandato a casa e ci ha ordinato di non parlare. [...] Tra l’altro, me l’ha detto poi in barlume di lucidità qualche giorno dopo, gli era stato anche vietato di dirmi cose carine se le avesse pensate

Marito:
Dopo quel seminario, noi siamo tornati a casa insieme ed abbiamo avuto un periodo, all'incirca di dieci giorni, nel quale abbiamo dormito separatamente, in due camere differenti ed abbiamo utilizzato questi dieci giorni per continuare la condivisione. Quindi ci siamo raccontati alcuni episodi della nostra vita passata, anche non necessariamente legati ad aspetti sentimentali, insomma di noi stessi, reciprocamente abbiamo fatto questa cosa.

Monaco 4:
Gli è stato vietato di parlarmi

Marito:
Domanda: Qualcuno le vietò di parlare con la sua ex moglie?
Marito: Nessuno.
Domanda: Quindi lei ci parlò, parlaste delle vostre cose?
Marito: Certo.

Monaco 5:
Domanda: Lei disse al fratello di S., il suo ex cognato, che S. [l'ex marito - ndr] voleva ucciderlo?
Monaco: È quello che lui disse all’interno del seminario. Gli ho raccontato che durante il seminario aveva manifestato questa cosa perché pensava che io e il fratello avessimo una relazione e lui lo doveva ammazzare. [...] Mio marito si era alienato dalla famiglia da quando aveva iniziato a frequentare Arkeon, perché diceva che la madre lo voleva abusare e che il fratello l’aveva abusato.
Domanda: Anche il fratello?
Monaco: Sì, che il fratello... per quello ce l’aveva con lui

(Avvertenza: i tre puntini non racchiusi da parentesi quadre, come in "fratello...", sono conformi alle trascrizioni fornite dal tribunale e indicano una frase lasciata in sospeso.)

Marito:
Domanda: Cosa successe quando lei lasciò la Signora Monaco?
Marito: Ho scoperto che mia madre, mio fratello, alcuni miei cari amici erano stati contattati dalla Signora Monaco, che li aveva informati del fatto che io facessi parte di una setta, che facessi riti satanici a casa, che...
Domanda: Facesse cosa, scusi?
Marito: Riti satanici a casa. Questo ovviamente mi ha prodotto un certo tipo di difficoltà, perché all'inizio io non capivo come le persone si stessero allontanando da me [4]. Poi questa cosa l'abbiamo affrontata tutti quanti insieme, perché una sera abbiamo fatto un incontro nella casa dove abita mio fratello [dove lui si era trasferito dopo la separazione - ndr]. Erano presenti le persone che vi ho citato ed anche la Signora Monaco.
Domanda: In questa riunione che cosa successe?
Marito: Successe che feci delle domande per capire che cosa era successo a mia insaputa, quando si erano incontrati e quello che avevano in qualche modo moto condiviso come tipo di informazioni.
Domanda: E che cosa le fu detto?
Marito: Che avevano fatto questi incontri e che lei aveva raccontato che io ero in pericolo perché facevo parte di questo gruppo, appunto definito una setta, e volevano mettermi sotto controllo per verificare il pericolo che...
Domanda: Scusi, controllo di...?
Marito: Il controllo di un'agenzia di investigazione. A quel punto ebbi evidentemente una reazione molto forte, perché lo trovai totalmente assurdo e mandai via la Signora Monaco da casa.
Domanda: Suo fratello le riferì qualcosa di particolare che gli era stato raccontato?
Marito: Sì. Mi riferì che gli era stato consigliato dalla Signora Monaco di chiudersi in camera, perché io avevo minacciato di volerlo uccidere con un coltello.
Domanda: Era vero? Lei ha mai minacciato suo fratello di ucciderlo?
Marito: No.
A questo punto lasciamo in pace l'ex marito che merita un po' di quiete, e per alleggerire l'atmosfera incupita da stupri, orge forzate, malati terminali e minacce di accoltellamenti vediamo qualche spigolatura meno angosciante.

Il rifiuto della medicina ufficiale

È un aspetto che abbiamo già incontrato poco sopra, quando l'ex marito avrebbe consigliato di usare il Reiki per curare il padre della Monaco, all'epoca gravemente malato. Quella di allontanare gli allievi dalla medicina ufficiale è un'accusa immancabilmente addebitata dagli anti-sette al "guru" di turno. Appresa la lezioncina, ecco quindi che la Monaco ripete pure lei queste accuse (prontamente riportate dalla Tinelli, vedi p.e. qui o qui). Ecco un'altra dichiarazione della Monaco in tal senso:
"Hanno illustrato quello che significa fare rei-ki: grazie all'imposizione delle mani [...] potrai guarire te stesso e gli altri da tutte le malattie, anzi non ti ammalerai, neanche di tumore. Hanno quindi sostenuto che la medicina tradizionale non serve, affermazione direi estremamente pericolosa perché ti spingono ad interrompere le cure se ne stai facendo qualcuna"
Vediamo ora le dichiarazioni di altri testimoni, iniziando da due donne in stretto contatto con la Monaco [5], che abbiamo già incontrato in precedenza:
Domanda: Nel corso dei seminari ha mai sentito parlare di promesse di guarigione da parte dei maestri?
C. C.: No.

Domanda: Le hanno detto di cessare l'assunzione di farmaci?
I. G.: Non ricordo.
Domanda: Di cessare la frequentazione con lo psicologo, quindi la terapia?
I. G.: Sinceramente non ricordo che mi abbiano detto espressamente questa cosa.
Il prossimo teste, P. V., è un ex maestro di Arkeon. È un testimone dell'accusa, e come la Monaco è particolarmente ostile contro Arkeon:
Domanda: Prometteva guarigioni di tipo fisico?
P. V.: No.
Domanda: Ha mai promesso che attraverso questi metodi sarebbero guariti da tumori?
P. V.: Non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello.
Con il teste E. P. si parla della rottura di un menisco:
E. P.: No, [il maestro] non ha mai detto che si guarisce con Arkeon.
Domanda: [il maestro] Ha mai prospettato ai partecipanti la possibilità che da questa frequenza si potessero risolvere o guarire da problemi fisici o psicologici?
E. P.: No no, mai.
Di nuovo sulla guarigione da malattie in generale con la teste M. M.:
Domanda: Ha mai creduto di poter ottenere una guarigione da una malattia attraverso la frequentazione dei seminari?
M. M.: No, no.
Stessa domanda per il teste M. S.:
Domanda: A lei è stato detto che la frequentazione dei seminari poteva curare il tumore, l'AIDS?
M. S.: Assolutamente no.
Domanda: Ha mai sentito dire che...?
M. S.: Si parlava che c'era, che alleviava il dolore e questo l'ho sperimentato con mia madre, perché mia madre è morta di tumore nel 2007 e quando aveva le crisi forti le praticavo per una mezz'ora del Reiki ed a lei passavano i dolori. Ma da questo a pensare di curare il tumore mi sembra una cosa assolutamente...
Giudice: Lasci stare quello che pensa, l'Avvocato voleva sapere se le aveva sentite queste cose?
M. S.: No, assolutamente no.
Un'opinione particolarmente significativa è quella di P. P., un "maestro" storico, a lungo legato a Moccia da un rapporto di stretta amicizia, e ora divenuto il più aspro accusatore dell'ex amico, a cui imputa ogni sorta di efferatezza:
Domanda: Il Reiki fa guarire dalle malattie?
P. P.: No. Ma, ripeto e preciso, anche al sottoscritto, non è stato mai insegnato che il Reiki fa guarire dalle malattie. Il Reiki è stato insegnato come strumento di... [viene interrotto dal giudice, quindi il teste conclude come segue: - ndr] un metodo atto a rimettere in moto tutte le energie e, grazie a questo, anche a trovare una positività nella vita a guarire.
Però la risposta più autorevole in merito al rapporto tra Arkeon e la medicina convenzionale possono fornircela A. P., medico chirurgo, e lo psichiatra N. A. Iniziamo dal medico:
Domanda: Anche in virtù della sua qualifica personale, durante i seminari lei ha mai sentito i maestri, affermare che attraverso la frequenza dei seminari era possibile guarire da malattie fisiche o psichiche?
A. P.: Mah, questo è stato il motivo per cui io sono andato a cercare le risposte in quello che allora si chiamava Reiki, perché nel volantino avevo visto "guarigione dalle malattie". Siccome io ero già specialista in ***, con l'idoneità a primario, dico: "Ma questi a chi prendono in giro" e sono andato a vedere questo primo seminario. [A questo punto il teste inizia una digressione sull'effetto placebo e sul significato del termine "autoguarigione" nelle medicine naturali, che viene interrotta dal giudice.]
Giudice: E' chiarissimo, Dottore, però dobbiamo rapportarla alla domanda. Cioè: nel corso di questi incontri si parlava della possibilità di guarire da malattie fisiche o psichiche in relazione alle pratiche di Arkeon?
A. P.: Assolutamente no.
Ed ora lo psichiatra:
N. A.: Vito Carlo Moccia, quando c'erano delle persone che presentavano delle problematiche cliniche, li indirizzava a me per la cura di tipo medica o psicoterapeutica.
Domanda: Le risulta che Arkeon si sia mai prospettata ai suoi avventori come una soluzione per risolvere problemi fisici o psichici o per risolvere patologie tipo AIDS o infertilità?
N. A.: No, non è mai stata proposta in questo modo.
Domanda: Ed Arkeon come un'alternativa alla medicina ufficiale?
N. A.: No, anzi, lui diceva sempre di continuare tutte le terapie mediche, che questo non è un percorso medico o psicologico, è solo un modo in cui ci si impara a conoscere ed a crescere insieme.
Domanda: Le risulta, per quello che ha avuto modo di percepire, che qualcuno sia stato costretto o sia stato sollecitato ad interrompere delle terapie?
N. A.: No, assolutamente. Io avrò fatto più di quaranta - cinquanta seminari, non ho mai sentito nulla del genere.
Ma è S. G. (pure lei una teste dell'accusa indicata dalla Monaco come vittima della psicosetta), a fornire sulla questione una testimonianza definitiva:
Domanda: Non ho ben compreso, suo marito di che cosa è morto?
S. G.: Mio marito è morto di un tumore.
Domanda: Suo marito frequentava...?
S. G.: Assolutamente no.
Con questa testimonianza in aula si scopre che l'unico malato di tumore orbitante nell'ambiente non ha mai frequentato Arkeon, nonostante la moglie partecipasse da tempo ai seminari dove, secondo la Tinelli e la Monaco, il gruppo osteggiava la medicina ufficiale per sostituirla con le "stregonerie" della "setta" e si "si vantava di aver guarito, con questo metodo, persone che erano affette da tumori, aids e quant’altro".

(Prosegue nel prossimo post.)


Note:
  1. Verbale di sommarie informazioni testimoniali rilasciate alla Digos di Pescara il 17 marzo 2006.

  2. Questo aspetto verrà approfondito in un post successivo.

  3. "Per quanto riguarda i meccanismi di permanenza, nel mio caso, non è tanto che io sia più stabile di altre persone. È stata questione di tempo." (audizione in Senato)

  4. Per rendere coerente il quadro di una persona plagiata, in tribunale la Monaco racconta di un inesistente distacco tra l'ex marito e la propria famiglia: "Mio marito si era alienato dalla famiglia".

  5. C. C. afferma di essersi sentita con la Monaco per telefono una decina di volte, mentre I. G. dopo la comune frequentazione in Arkeon: "siamo rimaste abbastanza amiche e ci sentivamo spesso e lei mi chiese un giorno di andarla a trovare a casa sua".